DIAGNOSI PRENATALE

Diagnosi PRENATALE

Per Diagnosi Prenatale si intende l’insieme delle indagini, strumentali e di laboratorio, mediante le quali è possibile monitorare lo stato di salute e di benessere del feto durante il corso della gravidanza. L’impiego delle tecniche di diagnosi prenatale è volto ad identificare patologie che interessano il feto su base genetica, infettiva, iatrogena o ambientale.
Le varie tecniche di diagnosi prenatale oggi messe a punto consentono di individuare alcune patologie malformative multifattoriali, le anomalie cromosomiche e le malattie geniche di cui si conosca lo specifico difetto, nonchè la presenza del genoma di agenti infettivi [es. Citomegalovirus, Herpes simplex, Varicella Zooster, Rubeovirus, HIV, Toxoplasma gondii, Parvovirus].

_ TRADIZIONALE

_ MOLECOLARE

_ GENETICA

_ TRASLUCENZA NUCALE

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Risultati immagini per test prenatale non invasivo

NPTT [NON-INVASIVE PRENATAL TESTING], il TEST PRENATALE NON INVASIVO è un test molecolare nato con l’obiettivo di determinare l’assetto cromosomico del feto da materiale fetale presente nel sangue materno
Piccoli frammenti di DNA fetale sono presenti nel sangue materno già partire dalla 10 settimana di gravidanza, e la quota aumenta nel corso delle settimane fino a rappresentare il 10% circa del DNAlibero nel sangue materno.

 Il DNA fetale scompare rapidissimamente e completamente dopo l’espletamento del parto.
L’origine di tutto questo materiale non è ancora ben chiara, ma sembra provenire dalla dismissione [apoptosi] degli strati superficiali del sinciziotrofoblasto [porzione periferica del tessuto placentare].

Queste caratteristiche lo rendono un candidato ideale per effettuare valutazioni sul materiale fetale.
Le metodiche di biologia molecolare impiegate per effettuare queste indagini dipendono dall’obiettivo da raggiungere. I test disponibili sul mercato impiegano metodiche differenti. 
Le metodiche quantitative, si basano sul presupposto che in feti con sindrome di Down la quantità totale di frammenti del CRS 21 siano presenti in una quota superiore (1.5 volte) rispetto a feti con corredo normale – per cui nel sangue di una donna con feto portatore di sindrome di Down verrà identificato un aumento del 50% della concentrazione di DNA appartenente al cromosoma 21 fetale.
Le metodiche quantitative per la determinazione del DNA libero fetale sono sistemi estremamente sofisticati ed accurati per il conteggio – come il sequenziamento parallelo massivo – che consente la valutazione contemporanea di milioni di frammenti di DNA. Altri approcci cercano di misurare la proporzione di cromosoma 21 mediante marcatori (come ad esempio la differenza di metilazione nel DNA tra geni materni e fetali) o la quota di RNA nel plasma materno espresso solo da geni fetali-placentari Altre metodiche sono impiegate per la valutazione del fenotipo RH del feto in mamme con gruppo sanguigno Rh negativo. E hanno già ottenuto una robusta conferma tanto da essere già impiegate in ambito clinico.

I lavori scientifici pubblicati sinora che impiegano tali metodiche hanno raggiunto risultati eccellenti. I primi lavori sono stati condotti in casistiche di donne ad alto rischio, tuttavia dati in pubblicazione sembrano confermare tali aspettative anche in gruppi a basso rischio. I test fin qui elencati, sembrano consentire infatti la diagnosi di trisomia 21 in più del 99% dei casi.
La quota di falsi allarmi rilevata è inferiore all’1%.

Per le altre anomalie cromosomiche i risultati non sono così soddisfacenti, in parte dovuti al fatto che le altre anomalie sono decisamente meno frequenti, ma più spesso sospettate sulla base di elementi ecografici. 
I dubbi relativi all’impiego su larga scala di tali esami dipende dal fatto che non conosciamo ancora precisamente il VALORE PREDITTIVO POSITIVO e NEGATIVO di questi test [ovvero la probabilità che ad un risultato positivo del test corrisponda effettivamente una diagnosi di anomalia cromosomica sul feto e che viceversa ad un risultato negativo corrisponda effettivamente un feto sano]. Probabilmente saranno necessari studi di popolazione piuttosto ampi e ancora un po’ di tempo per poter conoscere a fondo tutti questi dettagli.

COSA SUCCEDE

  • In caso di POSITIVITA’ del test è SEMPRE necessaria una conferma mediante tecniche diagnostiche convenzionali [prelievo di villi coriali e amniocentesi].
  • Anche in caso in cui il test molecolare dia un risultato negativo è opportuno procedere con un esame diagnostico se lo SCREENING del I trimestre o l’esame ecografico pone un sospetto di anomalia cromosomica.

VANTAGGI

  • Non rischiosa per il feto.
  • Eseguibile a partire da 10 settimane [fino a 20 settimane].
  • Prelievo ematico da sangue periferico materno.
  • Ottima performance.
  • Eseguibile in pz in gravidanze da Procreazione medica assistita.

LIMITI

  • Non completa analisi del DNA fetale;
  • non rileva anomalie ad altri cromosomi;
  • non rileva mosaicismi <10-30%;
  • non dati conclusivi su gravidanze gemellari;
  • non rileva trisomie parziali o difetti strutturali;
  • talvolta è necessario ripetere il prelievo [se DNA Fetale <4%];
  • il COSTO a carico del paziente.

© Dott.ssa MG Cantù