ALIMENTAZIONE

 

 

…’alimentum’ = nutrire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi piace ricordare che “alimentum” significa nutrire , non solo il corpo , ma anche l’anima e soprattutto che sottointende il somministrare non soltanto a se’ , ma anche ad altri sostanze necessarie per la salute e per il benessere di anima e corpo.

“Ho una sola passione nella vita cucinare” Così scrive Virginia Woolf in una lettera a Vita Sackville-West, nel 1929. Così potrebbero dire centinaia di donne del passato e del presente perché, volenti o nolenti, le donne, che alimentano la vita con l’allattamento prima e il lavoro in cucina poi, hanno sempre avuto un rapporto privilegiato con il cibo. L’alimentazione dedicata alle donne e’ quindi la partenza del mio discorso.

La gestione del cibo è tradizionalmente legata al lavoro delle donne che sappiamo essere le prime a fornire nutrimento e le conoscenze alimentari appartengono da sempre alle competenze femminili: non solo in rapporto alle pratiche culinarie-gastronomiche del mangiare quotidiano, ma anche in relazione alla conoscenza e all’uso dei cibi per preservare la salute e guarire le malattie. Questa particolare capacità delle donne nell’impiego del cibo e’ cambiata negli ultimi decenni. I cambiamenti socio-economici hanno trasformato il tradizionale ruolo della donna che cucina sempre meno in famiglia e le trasformazioni antropologico-sanitarie hanno fornito nuove consapevolezze: come donna ha un’immagine diversa del suo corpo che ha mutato il suo rapporto col cibo, nei diversi momenti della vita (dall’adolescenza alla maturità) e in relazione ai (pre)giudizi sul cibo e agli stereotipi alimentari; come madre coglie con sempre maggiore consapevolezza l’importanza dell’educazione alimentare per un sano uso dei cibi.

Iniziamo perciò da…

L’alimentazione della BAMBINA deve essere ricca di alimenti che apportino proteine ad alto contenuto biologico per favorire una crescita armonica. L’apporto lipidico deve essere contenuto, quello glucidico meno per il rapido consumo dovuto al dinamismo della vita dei bambini tra 3 e 6 anni. E’ in questa fascia d’età che dovrebbe iniziare l’educazione ad una corretta alimentazione. La scolarizzazione ma anche l’influenza dei mass media e dei modelli alimentari familiari imprimono dei tratti che sarà poi difficile modificare.

L’ADOLESCENTE dovrebbe seguire un’alimentazione equilibrata sia nell’assunzione di proteine sia di grassi di origine animale e vegetale. Le richieste energetiche dovrebbero essere coperte dai glucidi, preferibilmente complessi. Le richieste degli adolescenti sono molto simili a quelle degli adulti nelle percentuali, ma presentano bisogni aggiuntivi per i problemi relativi all’accrescimento. 
Se i rapporti tra i diversi nutrienti non dovessero essere soddisfacenti, lo sviluppo dell’individuo potrebbe essere condizionato anche in modo irreversibile. 
 Il calcio è molto importante per sostenere la calcificazione delle ossa lunghe
il ferro per sostenere l’aumento della massa degli eritrociti.Il comportamento dei compagni e la reclamizzazione di certi prodotti, costituiscono una forte influenza sulle abitudini alimentari, spesso negativa.

L’età adolescenziale è tuttavia la più vulnerabile a seri disordini alimentari quali la bulimia e l’anoressia. Tra gli adolescenti, l’anemia dovuta a carenza di ferro è una delle più diffuse malattie da carenza di origine alimentare. 
Gli adolescenti sono particolarmente soggetti all’anemia dovuta a carenza di ferro a causa dell’incremento del volume del sangue e della massa muscolare durante la crescita e lo sviluppo. Tale incremento è più importante negli adolescenti maschi che nelle femmine. 
Altri fattori che contribuiscono ad incrementare la necessità di ferro sono l’aumento del peso corporeo e l’inizio delle mestruazioni per le ragazze. 
Una delle più importanti indicazioni dietetiche nella fase adolescenziale è l’incremento del consumo di alimenti ricchi di ferro, quali carni magre e pesce, legumi, vegetali di colore verde scuro, noci, cereali arricchiti di ferro e altri semi. 
Il ferro contenuto negli alimenti di origine animale (ferro eme) viene assorbito molto meglio di quello proveniente da fonti non animali (ferro non-eme). Gli adolescenti che seguono una dieta vegetariana sono quindi più esposti al rischio di carenza di ferro. Tuttavia, la vitamina C (agrume) e le proteine animali (carne e pesce) favoriscono l’assorbimento del ferro da fonte vegetale.

Il calcio: lo scheletro racchiude almeno il 99% delle riserve corporee di calcio e l’aumento di peso scheletrico è al culmine durante il picco di crescita dell’adolescenza. Il 45% circa della massa scheletrica dell’adulto si forma durante l’adolescenza, anche se la crescita prosegue ben oltre tale periodo, quasi fino a trent’anni. Tutto il calcio necessario per la crescita dello scheletro deve provenire dalla dieta. Gli incrementi maggiori si verificano nella prima adolescenza: tra i 10 e i 14 anni nelle femmine e tra i 12 e i 16 nei maschi. 
 L’efficienza nell’assorbimento di calcio è soltanto del 30% circa, quindi è importante che la dieta fornisca un adeguato apporto di calcio per raggiungere la maggior densità ossea possibile. Raggiungere il picco di massa ossea nell’infanzia e nell’adolescenza è cruciale per ridurre il rischio di osteoporosi negli anni successivi. Anche l’attività fisica è essenziale, in particolare gli esercizi con pesi, che forniscono lo stimolo necessario per formare e trattenere nel corpo il tessuto osseo.

L’ADULTA dovrebbe osservare un regime di mantenimento. Il fabbisogno energetico giornaliero è costituito dalla somma dell’energia necessaria al mantenimento in vita dell’organismo (metabolismo basale) e di quella richiesta dalle funzioni connesse alla digestione, all’attività lavorativa, alle condizioni ambientali, diverse negli uomini e nelle donne. Idealmente, i grassi dovrebbero essere costituiti prevalentemente da acidi grassi insaturi ed i carboidrati dovrebbero essere principalmente complessi (amidi), anziché zuccheri semplici e  dovrebbe includere un’adeguata quota di fibre alimentari. Il fabbisogno calorico totale è variabile a seconda del tipo e dall’entità di attività fisica svolta (lavoro, sport, hobby).

L’ANZIANA deve tenere conto sia delle modificazioni funzionali, sia della presenza di patologie legate all’età. Per far fronte alle richieste giornaliere dovrebbe consumare una dieta qualitativamente equilibrata ma con una diminuzione dell’apporto calorico complessivo. Nella fascia di età compresa tra 60 e 70 anni, l’apporto energetico dovrebbe diminuire del 20%; per età superiori a 70 anni di un ulteriore 30%.

Dopo questa premessa qual’e’ il regime alimentare piu’ idoneo per ogni eta’ della vita?

© Dott.ssa MG Cantù