GRAVIDANZA

 

 

 

Metodi di DIAGNOSI

Ecografia ostetrica:  consente di verificare lo stato della gravidanza, l’epoca gestazionale, il numero dei feti ed in caso, il tipo di gemellarità (monocoriale o bicoriale); permette di valutare l’accrescimento fetale attraverso la misurazione di parametri biometrici (estremo cefalico, addome e femore) l’anatomia di alcuni organi fetali, la quantità di liquido amniotico e la posizione della placenta. Le finalità dell’esame ecografico cambiano in relazione all’epoca gestazionale.

Solitamente in Italia vengono effettuate 3 ecografie nel corso della gravidanza, una in ciascun trimestre.

Nel PRIMO Trimestre è necessario verificare:

  • il regolare impianto nell’utero della camera gestazionale
  • Valutare la presenza, vitalità e numero egli embrioni
  • misurare il CRL [lunghezza vertice-sacro]
  • in caso di gemellarità definirne la corialità [monocoriale e bicoriale]
  • datare la gravidanza [corrispondenza rispetto alla data dell’ultima mestruazione]
  • escludere patologie degli annessi [cisti ovariche , patologia tubarica]

Nel SECONDO Trimestre è necessario verificare:

  • l’anatomia fetale [screening delle malformazioni]
  • la biometria fetale [accrescimento fetale]
  • l’inserzione placentare
  • la quantità di liquido amniotico

TERZO TRIMESTRE

si effettua un controllo analogo a quello eseguito nel corso del II trimestre con particolare attenzione alla:

  • situazione fetale
  • accrescimento fetale
  • inserzione placentare
  • quantità di liquido amniotico
  • benessere fetale.

Ogni esame ecografico, compatibilmente con le condizioni, dovrebbe comprendere una valutazione anatomica, volta all’identificazione di difetti congeniti il cui riscontro può essere precoce (fin dall’ecografia eseguita nel primo trimestre), ma anche tardivo, nel terzo trimestre o dopo la nascita.

L’ACCURATEZZA di un esame ecografico di primo livello, nell’identificare difetti congeniti varia tra il 30-80% e dipende da molteplici fattori tra cui: l’esperienza dell’operatore, il tipo di apparecchio impiegato, l’epoca gestazionale, la posizione del feto, la quantità di liquido amniotico, lo spessore dei tessuti della parete addominale ed infine l’entità e l’epoca di comparsa del difetto anatomico.

Per le caratteristiche intrinseche ed i limiti della metodica è possibile che alcune anomalie, anche maggiori, possano sfuggire ad un esame ecografico.

Nelle migliori condizioni è ipotizzabile che solo metà dei difetti congeniti rilevati alla nascita possano essere identificati nel corso della vita prenatale. La rilevazioni delle anomalie minori non è un obiettivo dell’esame ecografico di routine.

Le malformazioni o difetti congeniti sono le anomalie della struttura del feto.
Colpiscono 1 neonato su 40. Le anomalie cardiache sono in assoluto le più frequenti, seguite da quelle dell’apparato urinario, muscolo-scheletriche, del sistema nervoso centrale.
In generale i limiti principali dell’ecografia riguardano:

  • i difetti di dimensioni molto piccoli [ad esempio i difetti del setto interventricolare ed interatriale del cuore]
  • i difetti evolutivi [ad esempio emorragie, ventricolomegalia, tumori e conseguenze delle infezioni in utero da toxoplasmosi, cmv rosolia etc] e in generale la patologia ostruttiva del tratto gastroenterico, le displasie ossee [manifestazioni tardive] le anomalie del sistema nervoso centrale con particolare storia naturale (cioè con tendenza alla manifestazione tardiva, o con carattere evolutivo],
  • i difetti craniofacciali e le anomalie delle estremità, delle dita delle mani e dei piedi,
  • i difetti di solcazione e girazione del sistema nervoso centrale e le anomalie delle suture come le cranio sinostosi.

L’esame ecografico non può fornire informazioni diagnostiche relativa alle sindromi cromosomiche [es. Sindrome di Down], alle sindromi genetiche, alle malattie metaboliche. Pertanto la negatività dell’esame NON può escludere in assoluto il riscontro,in epoche più avanzate e nel periodo postnatale di alcune anomalie.

© Dott.ssa MG Cantù